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4 Dicembre 2018

La contabilità economico patrimoniale e l’inventario comunale

Un buon inventario alla base di tutto

La gestione della contabilità economico-patrimoniale degli Enti locali ha subito, in questi ultimi anni, un processo costante di crescita di complessità con l’aumentare delle richieste di un maggiore dettaglio nei documenti da produrre. Le istanze, che da più parti vengono sollecitate, di trasparenza nei conti pubblici e di gestione oculata delle risorse richiedono, infatti, che tutte le Pubbliche Amministrazioni, e in particolare gli Enti locali, documentino con chiarezza il proprio stato patrimoniale e ne certifichino le variazioni annuali in modo particolarmente accurato.

In particolare, gli schemi di gestione della contabilità armonizzata sono stati rinnovati con una serie di norme che sono entrate in vigore per gli Enti al di sopra dei 5000 abitanti nel 2016 e per tutti gli altri a partire dal 2017, rendendo necessario un lavoro sempre più attento e complesso.

Per queste ragioni, d’altra parte, il vaglio della Corte dei Conti si è fatto sempre più severo e le contestazioni agli Enti sempre più frequenti. Diventa sempre più necessario, allora, ricorrere al supporto di esperti contabili esterni che affianchino il personale dell’Ente nella redazione dei documenti contabili e nella gestione degli obblighi di legge.

Senza dubbio, il primo aspetto da tenere in conto per poter realizzare in un Ente locale una contabilità trasparente e solida da un punto di vista formale e sostanziale è la costruzione di un inventario del patrimonio dell’Ente che sia completo e aggiornato. Per fare questo, è importante tenere conto di molteplici fattori e di una normativa particolarmente vasta che richiede la consultazione e l’elaborazione di una grande mole di dati, rendendo spesso difficoltoso il lavoro contabile.

La costruzione dell’inventario comunale

Per la redazione dell’inventario comunale è indispensabile ragionare nei termini di una precisa suddivisione dei beni dell’Ente, fondata sulla normativa vigente e in particolare sull’allegato 4/3 del D.L. 118/2011 sul riordino della finanza degli Enti locali.

I beni immobili, secondo questo schema reso obbligatorio per tutti i Comuni a partire dal 2017, vengono classificati in due categorie distinte: quella dei beni immobili demaniali e quella dei beni immobili patrimoniali. In entrambe le categorie, però, ogni bene deve essere indicato con una descrizione, con la destinazione per centro di costo e servizio e con la propria valorizzazione. A seguito di questa operazione, poi, verranno redatti i registri di consistenza dei beni in oggetto in modo da tenere traccia in modo univoco e trasparente dei dati di ciascun bene immobile, sia esso demaniale o patrimoniale.

I beni mobili, inoltre, devono essere rilevati, classificati e valorizzati prestando particolare cura a quelli il cui processo di ammortamento non si sia ancora concluso. Questa fase del lavoro richiede sia un’analisi di documenti contabili, come mandati e fatture, sia una rilevazione visiva dei beni di proprietà del Comune stesso per ottenere tutte le informazioni necessarie anche alla classificazione dei beni mobili nelle categorie stabilite dalle leggi vigenti e la loro ripartizione tra i diversi centri di costo comunali.

Infine, sarà necessario valutare tutte le immobilizzazioni finanziarie e immateriali realizzate dal Comune e ancora in essere in modo da poterle inserire nell’inventario e valorizzarle in modo opportuno.

Il conto del patrimonio e la sua gestione

Spesso l’avvicinarsi delle scadenze del conto del patrimonio è un momento di vero panico negli uffici di molti Enti locali. La presentazione di questo documento, infatti, oltre ad essere uno dei momenti fondamentali nel rapporto tra le amministrazioni pubbliche e la Corte dei Conti, deve anche essere il frutto di un lavoro di elaborazione di una gran mole di dati contabili che vanno gestiti con attenzione, particolarmente per quanto riguarda i beni mobili e la loro valorizzazione.

Nel conto del patrimonio, infatti, l’Ente deve certificare la variazione di consistenza delle diverse componenti del proprio patrimonio durante un anno di esercizio. Il conto del patrimonio si articola in due distinti documenti: il conto del patrimonio attivo e il conto del patrimonio passivo. Nel primo vengono inserite le immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie suddivise per tipologia, l’attivo circolante, costituito da rimanenze, crediti, attività finanziare e disponibilità liquide e, infine, i ratei e i risconti attivi. Nel contro del patrimonio passivo, invece, troveremo le variazioni di consistenza del patrimonio netto, dei conferimenti, dei debiti di ogni tipo e dei ratei e risconti passivi.

Appare chiaro, dunque, come per la redazione del conto del patrimonio siano essenziali i dati presenti nell’inventario comunale e la raccolta di tutti i documenti relativi alle sue variazioni durante l’anno in oggetto. D’altra parte, come abbiamo visto, la creazione e la gestione di un accurato inventario è alla base di gran parte della gestione della contabilità economico-patrimoniale degli Enti locali in genere.

Il ruolo dei professionisti esterni

La complessità del lavoro contabile negli Enti locali rende spesso necessario l’affiancamento ai dipendenti di esperti che li supportino nell’opera di reperimento e rielaborazione dei dati. La conoscenza approfondita delle normative vigenti e una competenza specifica nell’uso dei software gestionali sono alcuni degli elementi chiave che permettono ai professionisti esterni di fornire un aiuto concreto e di pregio agli operatori interni all’Ente.

Studio Sigaudo si occupa da anni di contabilità degli Enti locali e offre un servizio di alta qualità per la gestione economica del patrimonio. Ci occupiamo, ad esempio, di verificare la correttezza dell’interazione tra contabilità finanziaria ed economico-patrimoniale, elemento essenziale per procedere alla stesura dei documenti, ma anche dell’aggiornamento dell’inventario comunale in base alle nuove normative entrate in vigore per tutti gli Enti nel 2017.

Una parte importante del nostro lavoro, poi, è la completa riclassificazione, dove necessario, delle voci dello stato patrimoniale, la valutazione degli elementi dell’attivo e del passivo, rilevando anche in modo attento le variazioni formali e sostanziali che sono occorse nel tempo. Infine, ci occupiamo di redigere i prospetti di riclassificazione e predisporre le bozze per la documentazione completa che sarà a disposizione della Giunta e del Consiglio Comunale per gli adempimenti di loro competenza.

Siamo quindi in grado di offrire un servizio completo di supporto ai dipendenti interni nella gestione della contabilità economico-patrimoniale dell’Ente, con professionalità ed esperienza, sia attraverso una presenza negli uffici, sia con un supporto in remoto, a seconda delle esigenze.

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